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Venezia Giulia Economica - Pagina 27 di 66 - CCIAA della Venezia Giulia

Cciaa Vg nel 2021, tra digitalizzazione, transizione ecologica e implementazione dei servizi online

30 Dicembre 2020 | Di |

L’irruzione dell’epidemia da Covid-19, ha determinato, dalla sua improvvisa comparsa nel mese di febbraio al suo perdurare con diverse fasi di gravità, un profondo, inatteso e inevitabile stravolgimento del vivere sociale, dei ritmi di vita e di tutte le attività socio-economiche.

Il blocco delle attività economiche e sociali, durante il periodo di lockdown, ha inciso profondamente sulla produzione e sui consumi, portando ad una rapida e profonda modifica degli stili di vita, soprattutto in virtù dell’irruzione – obbligata ma nondimeno travolgente – del web e della modalità di fruizione ed erogazione di servizi e prodotti da remoto, elemento, questo, che sta incidendo in maniera dirompente sul modello stesso di sviluppo, accelerando tendenze già in atto dalle quali è già nato e si sta sviluppando rapidamente un nuovo paradigma che sta ridisegnando l’intero l’ecosistema socio-economico, visto sempre più in chiave ecosostenibile sia dal punto di vista economico che sociale.

Dopo la prima drammatica fase di emergenza, che ha determinato una grave crisi di liquidità che ha messo a rischio la sopravvivenza di tutte le attività economiche – dalle più sane a quelle già in difficoltà, dalle multinazionali alle MPMI – che ha visto la Camera di Commercio a fianco delle imprese attraverso misure e azioni di sostegno dirette in sinergia con il Confidi Venezia Giulia, siamo ora in una nuova fase durante la quale è necessario sostenere e accompagnare le imprese che sono chiamate a muoversi in un contesto del tutto nuovo, che presenta grandi insidie e al contempo, come sempre, anche molteplici opportunità legate all’introduzione di nuove modalità di lavoro e di produzione e a nuovi modelli di consumo.

Ne segue la necessità di program­mare obiettivi strategici e operativi del sistema camerale integrato Venezia Giulia dinamici e flessibili, così come dinamica e flessibile sarà la struttura operativa, che adatterà la sua attività alle mutate e mutanti esigenze delle imprese, che saranno supportate e accompagnate fornendo loro i servizi e gli strumenti necessari a far fronte ai cambiamenti in atto ed assicurarne l’operatività e la crescita.

Programmazione 2021

La Programmazione 2021 è stata impostata puntando sulla digitalizzazione avanzata dell’Ente e dei servizi alle imprese, rafforzando l’implementazione dei servizi online, modalità che intende divenire la prioritaria forma di rapporto con l’utenza.

Tale processo verrà attuato attraverso una organizzazione delle attività più funzionale e innovativa non solo verso l’esterno ma anche all’interno dell’Ente, concentrando in massima parte le risorse umane nell’erogazione di servizi alle imprese anziché nei processi interni all’Ente.

Linee di sviluppo e obiettivi

Le linee di sviluppo e gli obiettivi strategici sono state riconsiderate e ridefinite per meglio venire incontro alle nuove esigenze delle attività imprenditoriali, concentrando attività e risorse in ambiti legati pri­oritariamente all’innovazione, alla digitalizzazione, alla sostenibilità traducendole in servizi alle imprese.

Digitalizzazione e transizione ecologica saranno gli assi portanti delle attività dell’Ente. In merito al primo punto, saranno rafforzate azioni e attività a favore della digitalizzazione delle imprese, partendo dalle micro e piccole imprese per aiutarle ad intraprendere il percorso di trasformazione digitale. Riguardo il secondo punto, verranno attuate azioni specifiche per supportare la transizione verde e più in generale la transizione verso un nuovo modo di fare impresa nel segno della sostenibilità economica, sociale, ambientale.

Pierluigi Medeot

Bumbaca Gorizia Camera di Commercio

Prima start up innovativa costituita in Camera di Commercio: assistenza con l’ufficio Aqi dedicato

30 Dicembre 2020 | Di |

SERVIZIO DEL REGISTRO DELLE IMPRESE

Coloro che intendono costituirsi nella forma di Società a responsabilità limitata e che sono in possesso dei requisiti per poter essere qualificate start up innovative ai sensi dell’art. 25 del D.L. n. 179/2012 possono rivolgersi direttamente alla Camera di Commercio per costituire la loro società.

In tal caso l’atto costitutivo e lo statuto, formati esclusivamente in forma elettronica e firmati digitalmente da ciascuno dei sottoscrittori, sono redatti in totale conformità ad un modello standard tipizzato approvato dal Ministero dello Sviluppo economico.

Tutte le operazioni di assistenza alla redazione, sottoscrizione, registrazione presso l’Agenzia delle Entrate e iscrizione nel Registro delle imprese (cosiddetta assistenza qualificata) vengono svolte dall’ufficio Aqi istituito presso il Registro delle imprese.

Il giorno 4 dicembre 2020 dopo aver autenticato le firme digitali apposte da tutti i soci, si è provveduto all’iscrizione della “Wake Cap Srl”, la prima start-up innovativa costituita presso l’ufficio Aqi.

Si auspica che questo innovativo servizio di assistenza qualificata venga utilizzato con sempre maggior frequenza dagli aspiranti imprenditori in modo così da rafforzare il ruolo centrale dell’ente camerale nel tessuto dell’imprenditoria locale.

Dal Confidi Venezia Giulia garanzie per 2 milioni al 100% destinate a bar e ristoranti

28 Dicembre 2020 | Di |

ULTERIORI LIMITAZIONI E CHIUSURE DEI PUBBLICI ESERCIZI

Le ulteriori limitazioni e chiusure definite con decreto per il periodo natalizio metteranno in crescente difficoltà ristoranti e bar del territorio. Svanisce quindi la possibilità di parziale recupero di un 2020 disastroso su cui i pubblici esercizi confidavano e alla quale si erano già preparati in queste ultime settimane. C’è la necessità di un aiuto immediato e tempestivo a bar e ristoranti del territorio, duramente colpiti dal perdurare dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 che si protrarrà con limitazioni all’attività anche a inizio 2021, con ulteriori e improcrastinabili esigenze di liquidità. Per tale ragione il consiglio direttivo del Consorzio ha deliberato nella seduta serale di venerdì 18 dicembre una linea di intervento speciale a sostegno delle imprese della categoria, destinando un plafond pari a 2 milioni di euro di garanzie al 100% a sostegno dei finanziamenti di liquidità concessi dagli istituti di credito convenzionati, a tassi il più possibile favorevoli in considerazione dell’eccezionalità degli accadimenti.

L’importo finanziabile è pari ad un massimo del 25% del fatturato conseguito nell’ultimo esercizio o presunto se si tratta di nuove attività, sino all’importo massimo di 50.000 euro. Le imprese che hanno già beneficiato di interventi del Confidi Venezia Giulia su operazioni speciali legate all’emergenza per il coronavirus, potranno richiedere l’ulteriore sostegno per la quota ancora disponibile in rapporto all’ammontare massimo finanziabile di quest’ultima iniziativa.

La durata massima dei finanziamenti, con rientri liberamente concordati tra le parti, è pari a 60 mesi comprensivi di eventuale preammortamento sino a 24 mesi.

I beneficiari dell’iniziativa sono le imprese che gestiscono bar o ristorante, danneggiate dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria in corso, già associate al Confidi Venezia Giulia o che lo diventeranno a seguito di iscrizione al Consorzio.

Al fine di assicurare alle imprese un sostegno tempestivo, alle richieste di concessione della garanzia pervenute da parte di un istituto di credito aderente all’iniziativa sarà data priorità nell’istruttoria e nella valutazione da parte dell’organo deliberante del Confidi.

Sdag: «Con la strategia della Cciaa Vg una nuova visione per l’Interporto»

28 Dicembre 2020 | Di |

«La definita acquisizione delle aree del Porto di Monfalcone da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale è l’ulteriore passo che ci porta a una logistica integrata nella Venezia Giulia»: Giuliano Grendene, amministratore unico di Sdag – Interporto Gorizia non ha dubbi e plaude al completamento di un percorso strategico di accorpamento a livello economico e in particolare anche sul fronte logistico (il Comune di Gorizia, socio unico di Sdag, ha avviato la procedura per la partecipazione in Interporto di Trieste SpA) avviato dalla Camera di Commercio Venezia Giulia in piena sintonia con gli le istituzioni del territorio.

«Il trasferimento – afferma Grendene – delle aree dello scalo e il passaggio dell’azienda speciale per il Porto di Monfalcone con la propria esperienza e competenza all’Aspmao, consentirà una partenza veloce verso nuovi e importanti obiettivi. E tutto ciò è avvenuto dopo pochi giorni dalla comunicazione da parte di Rete ferroviaria italiana (Rfi) della realizzazione di un binario unico lungo 750 metri che consentirà di raggiungere una lunghezza che coincide perfettamente con la lunghezza dei treni merci attualmente in circolazione. Si tratta di un intervento volto ad incentivare il traffico merci intermodale, per ridurre il traffico su gomma a favore del traffico su rotaia, come anche richiesto dall’Europa e perfettamente in linea con il nuovo European Green Deal».

In questa idea di sviluppo si inseriscono anche i prossimi investimenti di Sdag all’interno del proprio terminal intermodale, tra cui la cosiddetta “Lunetta di Gorizia” di cui si è tanto parlato negli ultimi anni e di prossima realizzazione grazie all’intervento di Rfi. «Inoltre – conclude Grendene – l’elettrificazione dei binari in ambito Sdag e di quello della linea Nova Gorica-Gorizia fino alla deviazione di ingresso al raccordo dell’Interporto, nonché lo spostamento del cancello di ingresso stesso consentirebbe la realizzazione di una nuova opportunità per lo stazionamento di nuovi convogli lunghi 750 metri con i quali si riuscirà a implementare, appunto, in chiave green la potenzialità della piattaforma intermodale. Una visione di sviluppo fortemente sostenuta anche dall’ex senatrice Laura Fasiolo, dall’assessore regionale Graziano Pizzimenti e dall’onorevole Guido Germano Pettarin».

Dalla fusione dei Consorzi ulteriore tassello per la piattaforma economica della Venezia Giulia

28 Dicembre 2020 | Di |

LE TAPPE DELLA STRATEGIA CAMERALE RAGGIUNTE NEL 2020

La fusione dei Consorzi di sviluppo economico di Monfalcone e Gorizia è un ulteriore tassello verso un sistema socio-economico della Venezia Giulia forte e compatto. Con il contributo di Gianluca Madriz, presidente del Consorzio goriziano e vicepresidente della Cciaa Vg, abbiamo inteso sostenere assieme alle amministrazioni di riferimento – un ringraziamento va ai sindaci di Monfalcone, Annamaria Cisint e di Gorizia, Rodolfo Ziberna – l’indispensabile percorso di unione dei Consorzi che si concluderà quando lo stesso verrà definito anche con il Coselag triestino. E su questo tema c’è già ampia disponibilità da parte del suo presidente Zeno D’Agostino.

Ma le attività svolte in questo 2020, nonostante le limitazioni imposte dall’epidemia di Covid-19, sono state molteplici.

È stato, infatti, un anno molto intenso e ricco di difficoltà, ma foriero di grandi cambiamenti per il futuro socio-economico della Venezia Giulia.

Concluso positivamente il percorso verso l’integrazione dei Porti di Trieste e Monfalcone

Sul fronte della logistica, in particolare, l’Ente camerale si è impegnato per portare a compimento quel percorso di integrazione economico produttiva del territorio.

Partiamo da lontano, da quel 2015 in cui appena nata la Cciaa Vg ha inteso portare un segno di cambiamento per una sempre maggiore integrazione tra i territori, con l’ingresso dell’allora commissario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D’Agostino nella governance dell’Azienda Speciale del Porto di Monfalcone.

Un avvio di un processo che si è concluso il 29 ottobre di quest’anno con il passaggio delle aree di proprietà dello scalo e dell’Azienda speciale per il Porto di Monfalcone dall’Ente camerale all’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale. Un risultato direi storico e al quale ha contribuito in maniera fondamentale il dottor Mario Sommariva, che ringrazio per il suo grande lavoro svolto per la portualità del Nord Adriatico, ma anche per la grande collaborazione nella risoluzione delle varie situazioni, assieme segretario generale camerale dottor Pierluigi Medeot.

L’ingresso del Comune di Gorizia in Interporto Trieste per una logistica integrata regionale più forte

Sempre sul fronte della logistica con particolare riferimento alla retroportualità, va ricordato l’ingresso, esattamente un anno prima, ovvero il 28 ottobre 2019, del Comune di Gorizia proprietario al 100% dell’Interporto di Gorizia – Sdag in Interporto Trieste. Si tratta, certamente, di una piccola quota azionaria, ma di grande significato.

Anche in questo processo l’Ente camerale ha inteso attraverso il dialogo con le Istituzioni, in particolare il Comune di Gorizia proprietario appunto del 100 % di Sdag, creare le condizioni per una “interportualità” integrata nella Venezia Giulia, che fosse autentico complemento dell’unione degli scali di Trieste e Monfalcone in un unico soggetto economico-amministrativo.

Con la nascita del Confidi della Venezia Giulia maggiori strumenti a sostegno delle imprese

A tutto ciò l’Ente camerale ha inteso sostenere l’integrazione dei Consorzi di garanzia fidi, strumenti fondamentali in questo periodo pandemico al sostegno delle imprese. Abbiamo sempre pensato che una economia in cresciuta deve fornire adeguati sistemi di sostegno finanziario alle imprese. Per tale ragione sempre in questo difficile 2020 siamo arrivati alla fusione dei Consorzi di garanzia fidi di Gorizia e di Trieste in quello della Venezia Giulia.

I risultati “del presente” hanno ora la necessità di una chiara strategia operativa verso il futuro

Create le basi per una maggiore solidità strutturale complessiva, ora stiamo già guardando al futuro. Stiamo lavorando concretamente alla possibilità di creare nel nostro territorio una Zona Logistica Speciale Rafforzata di carattere regionale, per passare da un’idea ai fatti. L’infrastruttura logistica ed economica è ormai matura per questo ulteriore salto. Un balzo che la Camera di Commercio intende sostenere sotto tutti i punti di vista, costitutivo, realizzativo e gestionale.

L’obiettivo è supportare le imprese esistenti, utilizzare aree libere o dismesse da recuperare per favorire gli investimenti, attrarre l’insediamento di start up e investitori stranieri interessati a produrre, scambiare e commerciare in una zona con un trattamento di favore (quantomeno di omogeneità) sia dal punto di vista fiscale e burocratico, sia dal punto di vista logistico. Infatti, all’interno della ZLS Rafforzate, le tasse sono ridotte e le aziende che vi si insediano pagano tariffe più basse e si giovano di semplificazioni burocratiche.

di Antonio Paoletti
Presidente della Cciaa Vg

Il Consorzio della Venezia Giulia diventa realtà

28 Dicembre 2020 | Di |

MADRIZ E RUSSO HANNO SOTTOSCRITTO L’ATTO CHE CONCLUDE IL PROCESSO

Completata la fusione delle due realtà di sviluppo economico di Gorizia e Monfalcone

È nato il Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia, frutto della fusione per incorporazione tra il Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese e il Consorzio di sviluppo economico locale di Gorizia. I presidenti dei due sodalizi, in qualità di rappresentanti legali, rispettivamente Renato Russo e Gianluca Madriz, hanno sottoscritto davanti al notaio Arcidiacono l’atto. Un momento storico per un’operazione di prospettiva, che rende l’Isontino forte e in grado di guardare al suo domani economico e di lavoro con maggior fiducia.

l nuovo Consorzio ha un valore di complessivi 63 milioni di euro

Il valore complessivo del Consorzio derivante dalla fusione per incorporazione è di 63 milioni di euro, di cui 50 di quello del Monfalconese e 13 di quello di Gorizia. Il 79,45 per cento delle quote è attribuito al Consorzio di Monfalcone, il restante 20,55 a quello di Gorizia. In seguito all’incorporazione, spetterà ai Comuni di Monfalcone e Gorizia rispettivamente il 30,50 per cento e il 16,11 per cento delle quote. Neanche il lockdown di primavera ha rallentato l’iter procedurale di incorporazione: prima i cda del Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese e del Consorzio di sviluppo economico locale di Gorizia hanno approvato e deliberato il progetto di fusione riunendosi congiuntamente, poi la parola è passata ai 18 soci per avvallare l’atto tramite approvazione da parte dei consigli comunali. Trascorsi i tempi richiesti dalla legge, si è arrivati appunto all’ultimo atto. A gennaio sarà convocata l’assemblea del nuovo Consorzio per l’integrazione degli organi sociali, con il cda che passerà dai tre dell’assetto delle due realtà a cinque. Trattandosi di incorporazione, i soci dovranno indicare i nominativi dei due componenti che si aggiungeranno al presidente Russo, alla vice Michela Ceccotti e al consigliere Marco Donda del sodalizio monfalconese.

Dai sindaci di Monfalcone e Gorizia pieno sostegno all’operazione

«Il nostro territorio è centrale rispetto al futuro economico della regione e noi stiamo lavorando con grandissimo impegno su tutto quello che permette di accrescerne la competitività. Tutte le istituzioni devono fare sistema, proprio come stiamo facendo noi, in quanto è una garanzia per non restare indietro rispetto ai tempi che cambiano e per assicurare i livelli occupazionali. Con il nostro timone di area industrializzata e con le prospettive legate a portualità e nautica, possiamo diventare sempre più un punto di riferimento. Lavorare insieme significa essere più forti e più autorevoli, nonché avere più potere nelle trattative», il commento del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint. Concorda il primo cittadino di Gorizia, Rodolfo Ziberna: «È una data importante per il futuro dei nostri territori. Per essere competitivi e cogliere le sfide che ci attendono è quanto mai necessario per il nostro territorio fare sistema. Restare soli come zona industriale di Gorizia non ci avrebbe portato risultati, mentre fare massa critica con Monfalcone, la cui zona industriale è attrezzata, è quanto mai essenziale in quanto ci permette di ragionare in prospettiva. In questo ambito diventa quanto mai fondamentale continuare il ragionamento che abbiamo avviato per la Zona logistica semplificata rinforzata».

Madriz: «In questo modo viene garantita una prospettiva al territorio»

Grazie alla fusione le imprese isontine potranno contare su una maggiore competitività, in un contesto di realtà complementari, spiega il presidente Russo: «Con lo stesso spirito che ha portato all’integrazione dei Porti e delle Camere di Commercio, per fare massa critica ed essere competitivi era importante procedere a questa fusione. Con questa scelta possiamo ampliare ’offerta commerciale dei Consorzi per rendere tutto il nostro territorio, nel suo insieme e con tutte le sue peculiarità, più attrattivo, grazie alla potenzialità del binomio tra Monfalcone con la sua posizione strategica e il mare e Gorizia più vicina al confine». Un punto di partenza per ulteriori sfide rimarca Gianluca Madriz: «Abbiamo agito ascoltando i nostri consorziati e guardando al futuro del territorio per garantire una prospettiva. Siamo orgogliosi di aver concluso un’operazione che era necessaria da tempo, per di più ci siamo riusciti in un momento complesso e complicato, quello del Covid, rispettando i tempi prefissati. Il territorio dell’ex provincia di Gorizia ne esce quindi rafforzato e pronto per le altre sfide che ci attendono».

La fusione è la naturale unione di territori contermini, da sempre complementari, parte dello stesso compendio territoriale. Monfalcone è il naturale sbocco al mare delle attività commerciali e imprenditoriali delle aree goriziane, quindi l’operazione è la logica e naturale conclusione di un processo di integrazione che nei fatti, intendendo l’operatività industriale e commerciale, è già una realtà consolidata. I vantaggi saranno notevoli sia dal punto di vista sinergico che di economia di scala, in quanto la gestione unitaria delle aree disponibili e della possibile offerta di insediamento permetterà di ampliare la platea dei possibili insediamenti produttivi. Un raggio di azione più ampio si tradurrà infatti una attrattività maggiore e quindi in una maggiore competitività.

Marchi collettivi. Il 31 dicembre scade il termine per la trasformazione nei nuovi marchi

27 Dicembre 2020 | Di |

COMUNICAZIONE TRAMITE LA CCIAA

È in scadenza il termine entro cui esercitare l’opzione per l’adeguamento del marchio collettivo alla nuova disciplina o per la trasformazione in marchio di certificazione, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 15/2009. Tale opzione deve essere comunicata all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi entro il 31 dicembre prossimo, a pena di decadenza del marchio stesso.

La comunicazione può avvenire anche tramite la Camera di Commercio. In tal caso bisognerà presentare l’usuale modulo di primo deposito del marchio inserendo al punto 1.8 la dicitura “Conversione in marchio collettivo (oppure di certificazione), così come definito dal decreto legislativo 15 del 20 febbraio 2019, del marchio avente numero di domanda…”

Al fine della verifica relativa alla compilazione e/o per l’appuntamento per il deposito si invii una email al seguente indirizzo: brevetti@vg.camcom.it

Fish Agro Tech: i numeri di un progetto che ha affiancato le imprese e creato innovazione

27 Dicembre 2020 | Di |

IMPORTANTE AZIONE TRANSFRONTALIERA NEI COMPARTI DELLA PESCA E DELL’AGRICOLTURA

Centocinquantacinque imprese, 6 soggetti associativi, 25 soggetti istituzionali, 18 portatori di innovazione coinvolte nelle attività.

Tre attività pilota, dedicate alla creazione di sistemi di monitoraggio ambientale (su parametri meteo, del suolo e del mare) nelle attività agricole e nell’acquacoltura, in grado di introdurre elementi di sostenibilità di queste attività e di accrescere la sicurezza alimentare dei prodotti, nonché alla digitalizzazione delle attività delle imprese, creando canali digitali di promozione e commercio dei prodotti ittici e agricoli. Un patrimonio di informazioni e competenze che hanno portato, nel corso del progetto, a individuare ulteriori tematiche di innovazione tecnologica di interesse transfrontaliero, tali da dar vita a collaborazioni ulteriori e durevoli nella rete composta da partner, imprese, soggetti scien­tifici e produttori di innovazione.

«È questo il bilancio – rileva il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti – di Fish Agro Tech CBC, progetto standard finanziato dal programma Interreg Italia Slovenia 2014 – 2020, il cui obiettivo principale è accompagnare in percorsi di innovazione tecnologica due settori chiave nell’economia dell’area di intervento transfrontaliera: pesca, acquacoltura e agricoltura. L’intervento si è particolarmente concentrato nelle aree marine del Golfo di Trieste e del Carso – entroterra sloveno. Questa continuità territoriale ha consentito ai partner di condividere una modalità di lavoro che ha applicato costantemente un approccio di tipo partecipativo (Clld), conseguendo innanzitutto due risultati di coinvolgere proattivamente i soggetti target e di diffondere i temi del progetto presso le rispettive comunità locali (in particolare le istituzioni)».

Partner progettuali con competenze rivolte in particolare alle imprese

I profili dei partner progettuali, (Aries Scarl – Camera di Commercio Venezia Giulia, Area Science Park, Gal Carso, Parco tecnologico di Ljubljana, Camera per l’Economia della Primorska, Istituto Nazionale di Biologia della Slovenia e il partner associato Gal Istria) hanno consentito di mettere a regime competenze complementari, in materia di supporto economico alle imprese, conoscenza dei fabbisogni dei settori, ricerca scientifica, sostegno allo sviluppo e al trasferimento di innovazione tecnologica. Le imprese dei settori di intervento sono state prima di tutto coinvolte in una campagna di ascolto delle loro effettive necessità ed accompagnate nella conoscenza delle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica in risposta ai loro fabbisogni. Incontri, interviste, tavoli di lavoro, 4 momenti seminariali e 2 incontri di B2B (Business to Business) e R2B (Research to Business) hanno portato ad un piano condiviso di attività, riassunte in un documento transfrontaliero di analisi dei fabbisogni e delle risposte di innovazione.

Attivati tre progetti pilota nei settori tra boe intelligenti e piattaforme digitali

Tali risposte innovative, elaborate dai partner unitamente alle imprese, si sono tradotte come detto in 3 progetti pilota e nell’individuazione di 4 tematiche di interesse comune transfrontaliero. Una prima attività pilota (realizzata a cura di Area Science Park) ha realizzato una rete di 12 microstazioni in 12 aziende agricole, situate in Italia e in Slovenia, scelte in base ai parametri relativi alle situazioni climatiche e alle condizioni del suolo. La rete di rilevamento consente il monitoraggio del suolo e dei parametri meteorologici, al fine di prevenire la presenza di parassiti quali peronospora e oidio. Una seconda azione pilota, condotta da Aries, ha ad oggetto l’implementazione di un sistema di rilevamento dei dati marini, basato su boe intelligenti in fase di posizionamento. I dati rilevati, combinati con quelli delle serie storiche detenute dai partner italiani e sloveni, consentono di creare (con il supporto dell’intelligenza artificiale) un sistema predittivo in grado di comunicare agli operatori situazioni di potenziale pericolo per il prodotto e la sicurezza alimentare. La terza azione pilota, curata dal Parco Tecnologico di Ljubljana, partendo dalla necessità di promuovere un canale di distribuzione diretto ed efficace fra produttori ed utenti finali (in primo luogo operatori della ristorazione), ha creato la versione pilota di Zelena Istra (Istria Verde), una piattaforma digitale che permetterà a produttori di ortaggi, frutta, allevatori ittici ed altri, con sede nell’Istria slovena, di offrire i propri prodotti agli acquirenti in un unico posto, senza costi aggiuntivi.

Avviato un percorso concreto di collaborazioni transfrontaliere

I temi di possibili collaborazioni riguardano, oltre alle attività pilota, anche quelle di interesse transfrontaliero individuate nel progetto, che ricordiamo: monitoraggio in remoto dei movimenti del bestiame; nuove tecniche di trattamento degli alimenti per una maggiore sicurezza e durata del periodo di consumazione; riutilizzo e riciclaggio delle plastiche derivanti dalle reti da pesca; introduzione di processi a minore impatto ambientale nell’olivicoltura e nelle attività agricole. Elementi di collaborazione, questi, trasposti in un Memorandum of Understanding finale, sulla base del quale i partner collaboreranno pro futuro a monitorare le condizioni per il proseguimento delle attività e delle opportunità (anche finanziarie) nei campi dell’innovazione tecnologica, creando così le basi per una cooperazione durevole.

Michele Crosatto

A Gorizia maggior peso del “primario”. Trieste, elevata concentrazione nei servizi

27 Dicembre 2020 | Di |

A CURA DELL’UFFICIO STATISTICA

Lo stock complessivo di attività imprenditoriali della Venezia Giulia – in termini di sedi di impresa – constava al 30 novembre del 2020 di 26.183 unità registrate delle quali 22.556 attive. Il tasso di attività, calcolato come rapporto tra sedi attive e registrate, risultava pertanto dell’86,2%.

Limitando l’analisi alle sedi attive la disaggregazione fra i diversi settori economici evidenzia la netta prevalenza del Commercio (24,2%) seguito dalle Costruzioni (17,1%), dai Servizi di alloggio e ristorazione (11,2%) e dal comparto manifatturiero (7,7%). Il settore primario conta per il 6,8%, il secondario per il 25,1%, il terziario infine per il 68,1%. La composizione della struttura imprenditoriale delle due province presenta notevoli similitudini anche se Gorizia è caratterizzata da un maggiore peso del settore primario (12,5% rispetto al 3,1%) mentre a Trieste risulta una più elevata concentrazione di imprese di servizi.

Il confronto rispetto all’anno precedente, sempre in termini di sedi attive, mostra andamenti provinciali divergenti: se Trieste fa registrare un aumento di 148 unità, Gorizia mostra una diminuzione di 40.

Roberto Zavan

Annamaria Coccolo: «Prolungamento delle “Rive” triestine finalmente aperte all’utilizzo di tutti»

27 Dicembre 2020 | Di |

Il progetto del Parco del Mare di Trieste, travalicando i confini del lotto di pertinenza a favore di una visione di più ampio respiro, ha mirato alla realizzazione di un acquario fortemente legato al contesto fino a diventare esso stesso uno spazio fruibile, ancorato al sistema pubblico di accesso al molo.

L’idea è stata quella di prolungare la passeggiata delle “Rive”, valorizzando l’ingresso al Bagno Marino, fino ad arrivare tramite una piazza lineare al nuovo spazio pubblico fronteggiante il mare, fulcro del sistema che è fortemente relazionato alla “Lanterna”. A questa centralità si collega l’edificio dell’acquario sia con la galleria d’ingresso che con una scalinata che man mano salendo sull’edificio si plasma in uno spazio pubblico affacciato sull’acqua come i “moli” che contraddistinguono la città di Trieste.

Questa volontà di integrazione tra il nuovo edificio e il sistema degli spazi pubblici, fortemente ricercato nel progetto, è frutto della consapevolezza che solo un’architettura rispettosa, fatta di forme lineari e materiali omogenei può dare risalto a ciò che è storico come la “Lanterna” ma soprattutto al pregevole affaccio sul mare.

Chiaramente un edificio che ospita un acquario deve rispondere a precise esigenze dimensionali proprio per contenere le vasche e tutto ciò che è tecnologia e cura degli animali; in questo delicato contesto si è cercato, senza compromettere l’attrattività della struttura, di minimizzare gli spazi e le altezze per ridurre l’impatto dell’edificio sul contesto, soprattutto sul lato verso il mare.

L’edificio di progetto è formato da due trapezi collegati dalle passerelle che si trovano nella galleria a doppia altezza. Il corpo più piccolo a due livelli ospita le strutture di ingresso, il ristoro e il gift shop, nell’altro a tre livelli si trova il museo vero e proprio: due livelli per i visitatori e uno, quello superiore destinato ad accogliere la tecnologia, i laboratori e la cura e nutrizione degli animali.

L’attrazione principale è rappresentata dalla vasca centrale di forma ovale, di lunghezza pari a circa 28 metri e larghezza nel punto maggiore di 18 metri. Attorno a questa vasca e ad altre più piccole sono organizzati i percorsi per i visitatori che ogni tanto, in punti strategici, potranno anche godere della bellissima vista esterna sulla “lanterna”, sul mare e sulla città di Trieste.

Per quanto riguarda l’accessibilità al museo, oltre ad un nuovo parcheggio posto nelle vicinanze dell’acquario, i rimanenti stalli, funzionali all’attività saranno reperiti, tramite convenzione con i gestori, lungo la Riva Ottaviano Augusto e aree limitrofe. I bus turistici potranno far scendere i visitatori all’inizio di Riva Traiana dove ci sono appositi spazi di manovra, inoltre, con il Porto Vecchio e i vari insediamenti museali, ricettivi, ludici che verranno realizzati, il Parco potrà utilizzare collegamenti via mare diretti e sostenibili proprio grazie ai flussi di visitatori, in linea con la mobilità integrata via terra e via mare, capace di ridurre il traffico lungo le arterie cittadine.

Annamaria Coccolo Architetto, studio “Archest”