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L’ora di Leonardo da Vinci e le ore di Trieste: eccellenze negli orologi storici della città

24 Maggio 2019 | Di |

INCONTRO MARTEDÌ 28 MAGGIO, ALLE 17.30, NELLA SALA MAGGIORE

Spiccano nel paesaggio urbano, nelle città d’arte come nei piccoli paesini, gli antichi orologi da torre che connotano i campanili e gli edifici importanti; sono i simboli di un percorso secolare in cui la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico si affiancano alla crescita culturale, economica e sociale.

Non tutti sanno che pure Leonardo da Vinci rivolse la sua intuizione inventiva agli strumenti per la misurazione del tempo, un’esigenza istintiva che il genere umano ha sempre avvertito. A incuriosire il genio del nostro Rinascimento era stato, inizialmente, lo straordinario astrario di Giovanni Dondi, conservato nella biblioteca ducale del castello Visconti di Pavia, che egli visitò durante i suoi spostamenti nel 1490.

Si deve a Leonardo in particolare l’invenzione dello “scappamento”, ossia di quel congegno semplice ma essenziale che regola ancor oggi con buona approssimazione la puntualità degli orologi meccanici. Capitalizzando questa intuizione e la successiva osmosi di esperienze fra le regioni alpine, dalla Foresta Nera al Tirolo, alla Stiria e fino alla Boemia, verso la fine del XVII secolo alcuni abili e intraprendenti artigiani di Pesariis, piccolo paesino montano dell’alta Carnia, avviarono una produzione di eccellenza. Vanno ricordati i Capellari, i Machin, ma soprattutto i Solari che nel 1725, all’inizio della loro dinastia, fondarono l’omonima impresa artigianale destinata poi a proseguire ininterrottamente l’attività lungo un percorso plurisecolare di innovazione, di continuo aggiornamento tecnologico, di penetrazione commerciale in Europa e nel mondo.

L’arte della Val Pesarina è presente a Trieste già nell’anno 1747 con l’installazione dell’orologio sulla Torre del Porto. Il manufatto è opera dei Capellari che, con Cristoforo, furono gli iniziatori della tra dizione orologiaia in quella che oggi viene chiamata La Valle del Tempo.

È dovuta però ai Solari la fabbricazione degli orologi di maggiore pregio storico della città: quello della Borsa (realizzato da Giacomo nel 1816), dell’ex Arsenale San Marco (installato da Antonio Solari), l’orologio della Torre del Municipio (1874) e quello della chiesa di San Giovanni (1876) prodotti da Giovanni Battista Solari. Ricerche d’archivio sono tuttora in corso per stabilire l’esatta paternità di altri manufatti, fra i quali l’orologio di Villa Necker. Questo tema avvincente sarà approfondito nella conferenza in programma martedì 28 maggio alle 17.30 nella Sala Maggiore della Camera di Commercio (piazza della Borsa 14), su iniziativa della sezione Scienza e tecnologia del Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, a cura del prof. Andrea Sgarro (dipartimento di Matematica e geoscienze del nostro ateneo).

Relazioni saranno svolte dal ricercatore Alceo Solari, appartenente all’ottava generazione della famiglia, da Giacomo Rupil – ideatore dell’orologio cinetico ad acqua posto nel 2009 all’ingresso dell’Area Science Park – e da Bruno Machin, esperto dei brevetti. Ingresso libero, sino a disponibilità di posti in sala.

Franco Rota