Il processo di istituzione di Free Zones
9 Luglio 2021 | Di Venezia Giulia Economica |
Il processo di istituzione di Free Zones si inserisce in un più complessivo sforzo che il nostro Paese sta conducendo per superare ritardi e inefficienze del sistema economico ed infrastrutturale
Se da un lato con il Decreto “Resto al Sud” il Governo ha assegnato alle Regioni del Mezzogiorno il compito di definire proposte di istituzione di Zone Economiche Speciali (ZES) sul loro territorio, con un percorso partecipato dagli stakeholder locali che si conclude con l’approvazione da parte della Presidenza del Consiglio di un apposito DPCM, dall’altro – attraverso la Legge Bilancio 2020 – ha previsto, ai fini del rilancio e dell’attrattività delle imprese collocate al Nord, l’attuazione delle Zone Logistiche Semplificate Rafforzate, unificando il requisito delle semplificazioni burocratiche previste per le ZLS (Zone Logistiche Semplificate), autorizzate solo al Nord, con quello degli abbattimenti fiscali delle ZES, autorizzate solo al Sud.
Nel contesto regionale che caratterizza il Friuli Venezia Giulia, la provincia di Gorizia è un territorio fortemente infrastrutturato, caratterizzato da un ottima rete ferroviaria, da un porto – quello di Monfalcone – che insieme ai 3 porti presenti nel bacino orientale (Capodistria, Trieste e Porto Nogaro), rappresenta un perno fondamentale per il sistema di trasporto regionale e per l’economia transfrontaliera, e da una complessa piattaforma logistica costituita, oltre che dal porto, anche dall’autoporto di Gorizia, dall’interporto di Cervignano del Friuli, dall’interporto di Trieste Fernetti e dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari. È, inoltre, direttamente interessata dai grandi traffici e dai collegamenti internazionali e rientra pienamente nel processo di realizzazione delle reti TEN, in particolare, dei corridoi Mediterraneo e Adriatico-Baltico.
In quest’ottica, la provincia di Gorizia presenta tutte le caratteristiche per puntare all’istituzione di una ZLS rafforzata sul proprio territorio, considerando anche il quotidiano confronto con la concorrenza della vicina Slovenia, caratterizzata da fiscalità ed opportunità diverse. In tale contesto le Free Zone possono rappresentare un volano dell’economia goriziana, una via immediata per l’assorbimento di surplus di domanda di lavoro, e quindi contribuire alla diminuzione del tasso di disoccupazione nonché al miglioramento, nel medio e lungo termine, del livello di qualificazione della forza lavoro locale.
Con il report realizzato da Uniontrasporti, la Camera di commercio della Venezia Giulia ha delineato una serie di elementi di analisi – su scala territoriale e regionale – funzionali alla costituzione dell’istituto agevolativo meglio rispondente alle esigenze del territorio isontino, da poi mettere a disposizione degli enti responsabili della sua attuazione (Regione Friuli Venezia Giulia in primis).
Considerando le peculiarità dei diversi istituti agevolativi disponibili, la prima parte del report dedicata all’analisi degli elementi giuridico-normativi funzionali alla realizzazione delle Free Zone – come, ad esempio, le implicazioni a livello fiscale-doganale ed amministrativo- burocratico previste per le imprese già operative o di nuovo insediamento – appare basilare. Nell’ottica dell’attività a carico della Regione Friuli Venezia Giulia per la predisposizione del Piano di Sviluppo Strategico, le analisi contenute nella parte normativa saranno utilissime.
La seconda parte del report ha invece permesso di individuare una prima ipotesi di Zona Logistica Semplificata Rafforzata per il Friuli Venezia Giulia, sulla base di una analisi dei dati socioeconomici e territoriali, di un quadro conoscitivo delle infrastrutture di trasporto e di logistica presenti sul territorio di interesse e dei criteri di scelta delle aree industriali e delle nozioni geografico-funzionali previste dalla normativa.
di Antonio Paoletti, Presidente della Cciaa Vg