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FESTIVAL DEL CAMBIAMENTO: PRESENTATA LA TERZA EDIZIONE A TRIESTE E GORIZIA, 6-7 MAGGIO 2024

24 Aprile 2024 | Di |

Trieste, 24 aprile 2024

Il Festival del Cambiamento, promosso e organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia in collaborazione con The European House – Ambrosetti, è un appuntamento ricorrente con la vocazione di intercettare e anticipare i grandi cambiamenti nella società e nell’economia, massimizzando il coinvolgimento di imprese, istituzioni, università e società civile, per favorire l’elaborazione di proposte e idee innovative per orientare il futuro del nostro Paese.

Il Festival del Cambiamento 2024, giunto alla terza edizione, viene realizzato dall’Ente camerale con il contributo del Comune di Trieste, della Fondazione CRTrieste, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, di Alpe Adria Global Intermodal Logistics e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, gode del patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, di Unioncamere, del Comune di Gorizia, dell’ Università degli Studi di Trieste e della Sissa. Media partner dell’evento il Corriere della Sera e Wired Italia. 

A illustrare il Festival nel dettaglio oggi il presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia, Antonio Paoletti, e il segretario generale Pierluigi Medeot. “Si tratta di un evento dedicato al cambiamento, pensato tre anni fa – ha ricordato Antonio Paoletti – perché viviamo in un mondo caratterizzato da un’evoluzione rapida e continua, dettata soprattutto da internet e dall’intelligenza artificiale. In questa edizione il focus sarà su due temi importanti, a Trieste il 6 maggio, nella prima giornata, il dibattito si focalizzerà sulle nuove professioni, i nuovi mestieri, con un’attenzione anche a quelli che stanno scomparendo. Sarà un approfondimento importante, che vedrà anche l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, oltre ad altri illustri relatori, con un’attenzione particolare alle professionalità e competenze scientifiche e accademiche che abbiamo ‘in casa’, eccellenze del nostro territorio. Una giornata voluta per dare indicazioni alle imprese, ai cittadini e in particolare ai giovani, per preparare ragazze e ragazzi ai nuovi mestieri e ne abbiamo già individuati oltre 100. Il dibattito – sottolinea Paoletti – darà indicazioni al mondo dell’impresa, della formazione e anche della politica. Per la seconda giornata, in programma a Gorizia, parleremo della geopolitica dell’algoritmo, tema delicato, che viviamo sempre più nella quotidianità e che può condizionare il pensiero politico, la diplomazia internazionale, le elezioni, le imprese e altri aspetti della nostra vita. Anche in questo caso avremo relatori importanti con la partecipazione del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani”.


Il segretario generale Pierluigi Medeot ha ricordato che “con il Festival del Cambiamento l’Ente camerale cerca di leggere il presente per interpretare correttamente il futuro e dare indicazioni agli stakeholder. I due argomenti affrontati in questa edizione sono di stringente attualità, e saranno declinati da insigni relatori che daranno uno spaccato anche su quello che sarà il futuro del Friuli Venezia Giulia. Un festival che fa tappa a Gorizia – ha aggiunto Medeot – per ricordare e valorizzare anche l’evento di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura, che sarà un appuntamento molto importante da molteplici punti di vista”.


LA PRIMA GIORNATA A TRIESTE, IL 6 MAGGIO, CON I MESTIERI E LE PROFESSIONI DEL FUTURO

“Le professioni e i mestieri del futuro: le implicazioni per il territorio della Venezia Giulia” è il titolo del Position Paper realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con la Camera di commercio Venezia Giulia che sarà presentato a Trieste, il 6 maggio, nella sala Victor de Sabata del Teatro Verdi di Trieste, aprendo gli approfondimenti e i confronti della prima giornata del Festival del Cambiamento 2024. 
Il tema del lavoro e dei mestieri è fondamentale in questa epoca di profondi e rapidi cambiamenti. Dagli anni Duemila ad oggi l’Italia ha registrato una minore dinamicità̀ nella capacità di generare ricchezza rispetto ai principali Paesi europei (come Germania, Francia e Spagna). In particolare, la produttività̀ su base nazionale ha evidenziato un trend stagnante, o addirittura negativo: se, al 2023, in Germania, Francia e Spagna il Valore Aggiunto per occupato è aumentato di circa 10 punti percentuali rispetto ai livelli del 2000, in Italia siamo ancora 5 p.p. al di sotto dei valori dei primi anni Duemila. La stretta correlazione tra bassa crescita tra Prodotto Interno Lordo (delta di circa 21 p.p. in meno rispetto a Germania e Francia nella dinamica di crescita del PIL nel periodo 2000-2023) e scarsi livelli di produttività̀ è legata anche alle c.d. “energie di sistema”, ai ridotti investimenti nell’istruzione (in Italia la spesa pubblica nell’istruzione è pari al 4,1% del PIL rispetto a una media UE-27 del 4,7%) e nell’innovazione, fattori strategici che agiscono direttamente sulla produttività̀ di ogni sistema territoriale e contribuiscono alla crescita. 
Non mancherà l’approfondimento sul mismatch, vale a dire il disequilibrio tra la domanda e l’offerta di lavoro. Le imprese svolgono un ruolo strategico nel preparare i lavoratori alle competenze e ai mestieri del futuro. Ad oggi, la transizione dal mondo della formazione al mercato del lavoro in Italia risulta tra le più inefficienti a livello europeo (al 2024, l’Italia è al penultimo posto in Europa per efficienza della transizione scuola-lavoro secondo il Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale – CEDEFOP). In generale, si pone un problema di disponibilità̀ di forza lavoro.
Nel nuovo mercato del lavoro cambiano anche le modalità̀ di apprendimento, oggi più efficaci e più “agili”. Allo stesso tempo, anche grazie alle nuove tecnologie, devono essere ripensati anche gli spazi di lavoro, dato che – con l’avvento della pandemia da COVID-19 – si è assistito ad un radicale cambiamento delle modalità̀ di lavoro, con l’introduzione sempre più ampia del remote- working. 
Particolare attenzione sarà dedicata alle esigenze delle nuove generazioni comprendendo quali sfide attendono la Venezia Giulia nella preparazione alle professioni e ai mestieri del futuro.

A GORIZIA, IL 7 MAGGIO, PROTAGONISTI LA GEOPOLITICA DIGITALE E GLI ALGORITMI

Tra Geopolitica Digitale e Algoritmi sarà invece il “viaggio” che faremo a Gorizia, martedì 7 maggio, nell’aula magna della sede in città dell’Università degli studi di Trieste, sede del Corso di laurea in Scienze internazionali e Diplomatiche. 
Partendo dallo studio realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con la Camera di commercio Venezia Giulia, con i contributi di esperti di livello nazionale e internazionale andremo a comprendere meglio la crescente intersezione tra geopolitica e tecnologia, e perché è essenziale iniziare con la definizione di “geopolitica digitale”. 
La geopolitica tradizionale, infatti, si occupa dello studio delle influenze geografiche sul potere politico e delle relazioni tra gli Stati, considerando fattori come posizione geografica, risorse naturali e demografia. Ora, con l’avvento delle tecnologie digitali, la geopolitica ha abbracciato una nuova dimensione in cui la posizione fisica è meno rilevante rispetto alla connettività̀, al flusso di informazioni e alla tecnologia. 
Gli algoritmi, definiti come serie di istruzioni o regole programmabili per eseguire calcoli o altre operazioni sui dati sono diventati uno strumento cruciale in questo nuovo campo. Nella geopolitica digitale, gli algoritmi non solo processano enormi quantità̀ di dati, ma influenzano anche decisioni economiche, sociali e politiche su scala globale. Questo include l’automazione delle decisioni in settori critici come la sicurezza nazionale, la finanza, e la gestione delle infrastrutture critiche. La rilevanza degli algoritmi nella geopolitica si manifesta attraverso il loro ruolo nel modellare il comportamento individuale e collettivo, la sorveglianza, la disinformazione, e la conduzione della guerra cibernetica, nonché nel loro impiego in diplomazia e negoziazione. Allo stesso tempo, la capacità di controllare o influenzare l’architettura di questi sistemi algoritmici rappresenta una forma di potere significativa. La “corsa” al dominio tecnologico tra le potenze mondiali: Stati Uniti, Cina, Russia, e altre nazioni vedono il progresso tecnologico come un elemento fondamentale per il rafforzamento della propria influenza e potenza a livello globale. 
L’innovazione tecnologica, in particolare nel campo dell’IA, è diventata un campo di battaglia per l’egemonia economica e militare. Con l’avvento della computazione moderna nel XX secolo i logaritmi hanno assunto un ruolo centrale nella tecnologia, consentendo l’automazione e il trattamento efficace di grandi quantità̀ di dati. Con l’evoluzione poi dell’hardware informatico negli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, gli algoritmi hanno iniziato a diventare sempre più sofisticati. La loro importanza è cresciuta esponenzialmente con lo sviluppo di internet e delle tecnologie digitali, permettendo applicazioni che vanno dalla ricerca semplice di informazioni su motori di ricerca a complessi algoritmi di intelligenza artificiale che possono apprendere e adattarsi. 
Gli algoritmi sono diventati una componente fondamentale del tessuto socio-economico della società contemporanea, in grado di influenzare decisioni e processi in una vasta gamma di settori. Questi strumenti informatici, attraverso l’automazione e l’analisi dei dati, hanno il potere di guidare scelte che ogni giorno impattano sulle vite di milioni di persone ogni giorno.

Programma, prenotazioni e iscrizioni fino ad esaurimento dei posti in sala su www.festivaldelcambiamento.com

Gli eventi saranno trasmessi in streaming sul sito web del Festival del Cambiamento e sulla pagina Youtube “Venezia Giulia Economica”