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FESTIVAL DEL CAMBIAMENTO 2025: GORIZIA – CITTÀ DELLA PACE GIUSTA

10 Marzo 2025 | Di |

PREVISTO ANCHE UN CONFRONTO TRA I GIORNALISTI INVIATI DI GUERRA

Il Festival del Cambiamento, la ‘grande onda’ del cambiamento nel mondo, nella società, nell’economia e nelle imprese per il 2025 prevede un’edizione “speciale” dedicata a “Gorizia – Città della Pace Giusta” che si svolgerà il 13 maggio.

Organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia in collaborazione con Teha, The European House Ambrosetti, il Festival del Cambiamento è un Forum annuale sui temi legati al cambiamento della società e dell’economia, massimizzando il coinvolgimento del territorio e del suo sistema imprenditoriale, per favorire l’elaborazione di proposte e idee innovative per orientare il futuro del nostro Paese.

Tradizionalmente articolato su Trieste e su Gorizia quest’anno il Festival si svolgerà in un’unica giornata, a Gorizia per onorare la celebrazione di Gorizia – Capitale Europea della Cultura 2025, congiuntamente con Nova Gorica, evento dal significato storico e simbolico e avrà la partnership istituzionale della Regione Friuli Venezia Giulia e sul fronte dell’informazione del Gruppo Nord Est Multimedia.

Gorizia rappresenta un modello di cooperazione transfrontaliera, dove memoria e culture convivono grazie a un faticoso processo di integrazione e educazione al futuro.

Quotidianamente leggiamo sui media della necessità di una pace giusta che ponga fine al conflitto in atto nella martoriata Ucraina. Ma non solo in quelle terre. Contemporaneamente ogni giorno ci rendiamo conto di quanto sia necessario il dialogo in un contesto geopolitico in rapida e veloce evoluzione, dove più che di dialogo per la pacesi parla di armamenti.

Nel mondo sono attivi 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. È il dato che emerge dall’edizione 2024 del Global peace index, pubblicato a giugno dall’Institute for Economics & Peace.

Comprendiamo – ha quindi esordito il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Antonio Paolettiquindi quanto sia fondamentale affrontare in modo organico e approfondito il tema della Pace, facendo attenzione al fatto che Pace non significa soltanto l’assenza di conflitto. Va ricercata, infatti, una Pace che sia giusta e che sia rispettosa della dignità e dei diritti di ogni individuo, perché solo così si può ottenere una Pace veramente duratura”.

Ciò che può sembrare difficile, può diventare realtà. Gorizia, che quest’anno assieme a Nova Gorica, è la Capitale europea della cultura 2025, è l’esempio concreto – ha concluso Paoletti – di come la ricerca del dialogo, della convivenza, del rispetto reciproco e di una “cultura della pace” diffusa nel vissuto quotidiano, siano componenti imprescindibili di una Pace giusta che trova concreto fondamento nella storia di queste terre”.

Tra i temi – ha ricordato Emanuela Verger, di Teha nel corso della presentazione della sala Predonzani del Palazzo della Regione, a Trieste – The European House Ambrosetti – e i contenuti per l’edizione 2025 del Festival del Cambiamento vi saranno: Analisi delle “ragioni” della Pace, intesa non solo come assenza di ostilità, ma come presenza di giustizia, equità e rispetto per i diritti e la dignità umani, come unica via verso la riconciliazione e la prosperità di lungo termine; Scenari di conflitto e diplomazia: verso una Pace giusta; Ricadute economiche e sociali dei conflitti: economia della ricostruzione, crisi umanitaria e climatica; Riflessioni sulla Pace giusta”.

“In questa edizione intendiamo fare un ulteriore passo verso il coinvolgimento della cittadinanza”, ha detto Paoletti, “daremo voce, infatti, a coloro i quali sono i testimoni diretti di quanto avviene nei territori di guerra: i nostri occhi nei conflitti mondiali, i giornalisti inviati nelle aree belliche, che rischiano ogni giorno la loro vita per raccontare quanto avviene, dimostrando l’importanza del ruolo del giornalismo e dell’informazione. Per farlo abbiamo chiesto il contributo del giornalista Fausto Biloslavo, la cui vita professionale è testimonianza di questo difficile compito, per organizzare un evento unico nel Teatro Verdi di Gorizia”.

Sono onorato di essere stato coinvolto per organizzare il panel che riguarda i giornalisti di guerra – ha esordito il giornalista Fausto Biloslavoe alla chiamata alcuni colleghi hanno già dato la disponibilità a parlare di guerra e di pace, ovvero coloro i quali sono gli occhi dell’opinione pubblica, per dare una visione realistica di quanto avviene sul terreno. Gorizia porta le cicatrici del Secolo breve, sia della Grande Guerra che della Seconda Guerra mondiale, e poi per lungo tempo è stata la Berlino del Nord Est. E da Gorizia, forse pochi lo sanno, ci sono stati indimenticabili reportage di guerra durante la Prima Guerra mondiale di Luigi Barzini del Corriere della Sera e Alice Schalek, che fu l’unica donna autorizzata a scrivere direttamente dal fronte durante il primo conflitto mondiale, ma ancora Ernest Hemingway che era sotto le armi a Gorizia e che in “Addio alle armi” scrive della guerra. Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera, Fabio Tonacci di Repubblica, Stefania Battistini volto noto del Tg1, Andrea Romoli del Tg2, Francesco Semprini della Stampa che sarà collegato da New York, Gabriele Micalizzi, uno dei migliori fotografi di guerra italiani, ferito gravemente in Siria, sono alcuni dei giornalisti che hanno già dato l’adesione e sono loro che ho voluto perché sono colleghi che vanno sul campo, affrontando i pericoli di questo mestiere con passione per raccontare il lato oscuro dell’umanità che è la guerra. Il Friuli Venezia Giulia dopo il secondo dopoguerra – conclude – è la regione che ha pagato il più triste tributo al giornalismo di guerra con ben 5 giornalisti caduti sul campo, praticamente quasi la metà di tutti i giornalisti italiani caduti in prima linea”.

Non vogliamo dare risposte assolute – ha affermato, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia – ma portare a una riflessione per porci delle domande che rimarranno: qual è il confine tra pace e resa? Si può arrivare a una Pace giusta e quanto tempo è necessario? Quali sono i soggetti protagonisti che conducono alla Pace giusta? Dobbiamo fare delle riflessioni per approfondire la tematica e superare la feroce propaganda internazionale sulla guerra e sulla pace, perché tutto ciò non aiuta nessuno e confonde l’opinione pubblica, mentre bisogna ottenere un equilibrio continuativo”. E sono fondamentali, ha rilevato sempre Fedriga “le testimonianze dal fronte che ci forniscono una capacità di riflessione e analisi che non avremmo”.