Capitali della Cultura spiegate alle imprese: Candidatura di Nova Gorica e Gorizia
18 Novembre 2019 | Di Venezia Giulia Economica |
Vantaggi e opportunità nella sfida a Capitale Europea della Cultura 2025
I grandi eventi culturali forniscono un contributo rilevante allo sviluppo economico, occupazionale e comunicazionale dei territori su cui insistono, essendo capaci di attrarre centinaia di migliaia di turisti, sostenere diversi settori economici, favorire lo sviluppo del capitale umano e destare l’attenzione dei media nazionali e internazionali.
È questo quanto emerso a chiare lettere nell’evento di presentazione alle imprese della Candidatura di Nova Gorica e Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025 svoltosi a Palazzo de Bassa, a Gorizia.
Obiettivo dell’incontro organizzato dalla Camera di Commercio Venezia Giulia in collaborazione con i Comuni di Gorizia, Nova Gorica e l’Istituto Sociologia Internazionale di Gorizia (Isig) è stato quello di «condividere con il mondo economico e imprenditoriale il valore aggiunto che un grande evento culturale – sono le parole del presidente camerale, Antonio Paoletti – è in grado di sviluppare per l’economia del territorio. In questo percorso di predisposizione della candidatura faremo la nostra parte, come contestualmente daremo il nostro contributo nella predisposizione anche della candidatura a patrimonio Mondiale Unesco transfrontaliero del sito “Paesaggio rurale Collio (Italia)/Brda (Slovenia) tra Isonzo e Judrio”».
A testimoniare la condivisione e la bontà̀ della scelta i sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica, Klemen Miklavicˇ, l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Giobelli nonché chi ha toccato con mano le ricadute di questa grande opportunità, ovvero il presidente della Fondazione Matera, Salvatore Adduce.
Per Matera «è stata una grande opportunità ha detto Salvatore Adduce – e l’aspetto vincente che ci ha fatto scegliere ha visto un dossier in cui emergeva il coinvolgimento del territorio e la partecipazione popolare, unite chiaramente alla condivisione Istituzionale».