Camera di commercio Venezia Giulia, Categorie economiche e Organizzazioni sindacali chiedono al Governo e al Parlamento italiano l’applicazione dell’obbligo vaccinale
12 Novembre 2021 | Di Venezia Giulia Economica |
Le manifestazioni di protesta, indipendentemente dalle motivazioni che le ispirano, che si susseguono da troppo tempo a Trieste, stanno mettendo in seria difficoltà le attività imprenditoriali commerciali, di servizio, artigianali, turistiche, in particolare, già duramente colpite dalle conseguenze della crisi epidemica dalla quale si stavano faticosamente riprendendo.
E’ evidente come lo svolgimento di queste manifestazioni renda molto difficoltoso, talvolta praticamente impedisca, l’esercizio di ogni attività lavorativa, in particolare durante lo svolgimento delle stesse. L’immagine che la città di Trieste sta avendo all’esterno, così come diffusa da tutti i media nazionali ed internazionali, certamente non attrae, soprattutto nel breve, nuovi flussi turistici e con essi l’indotto economico correlato, distorcendo altresì la percezione della disponibilità e dell’offerta che in questi anni è stata costruita con non poca fatica.
<Tale situazione – ha affermato il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti – rischia di minare nuove opportunità di insediamenti e di investimenti che nell’ultimo periodo i nuovi asset di sviluppo costruiti congiuntamente avevano creato. Le proteste, o in via diretta attraverso il blocco della città e del suo porto o in via indiretta favorendo un contagio diffuso che sta provocando una serie crescente di contagi ormai esplosi ovunque nelle varie attività economiche, tra i cittadini e nelle scuole hanno in poche settimane messo a rischio l’immagine positiva di un territorio costruita dopo trent’anni di lavoro delle Istituzioni e delle imprese>.
Le attività economiche, già duramente colpite dalla crisi pandemica, che ha avuto pesanti ricadute in termini economici e occupazionali, e che si stanno faticosamente rialzando, non possono subire un ulteriore danno vedendo di fatto impedito di esercitare la propria attività e subendo, vista la risonanza che le manifestazioni di Trieste hanno avuto a livello nazionale e internazionale, un danno di immagine che rischia di precludere la ripresa dei flussi turistici, lo slancio dei traffici portuali, e di mettere a rischio future opportunità di insediamento e di investimento nel territorio
Tematiche queste, dibattute questa mattina su iniziativa della Camera di commercio Venezia Giulia dalle Associazioni di categoria e dalle Organizzazioni sindacali del territorio di Trieste che chiedono unite al Governo e al Parlamento italiano l’applicazione dell’obbligo vaccinale.
Le parti economiche e sociali hanno inoltre:
- espresso la loro ferma preoccupazione per la situazione venutasi a creare a Trieste a seguito del reiterato perdurare di una protesta costituzionalmente giustificata ma socialmente ed economicamente dannosa;
- espresso la loro piena solidarietà alle categorie di lavoratori che nelle varie misure sono stati coinvolti, sia per garantire il rispetto della legalità, la tutela della salute e il diritto all’informazione;
- preso atto delle misure finora adottate dalle Autorità locali e nazionali per fronteggiare in maniera incisiva la problematica manifestata;
- chiesto fermamente alle Autorità competenti di tutelare il diritto dell’esercizio di impresa e il diritto al lavoro costituzionalmente garantiti;
- chiesto al Governo e al Parlamento italiano di valutare ogni possibile misura a garanzia del ristoro del mancato fatturato e la totale garanzia occupazionale rispetto alle conseguenze provocate dal ripetuto svolgersi delle manifestazioni di protesta;
- chiesto al Governo e al Parlamento italiano l’applicazione dell’obbligo vaccinale.
Inoltre, le sole Categorie economiche hanno richiesto l’applicazione del lockdown per i non vaccinati nel caso in cui si creino delle condizioni di contagio superiore alle soglie previste per l’applicazione di restrizioni alla mobilità delle persone e alle attività economiche. Punto, questo del lockdown in stile austriaco, non condiviso dai rappresentati sindacali presenti all’incontro.
Partecipanti all’incontro: Antonio Paoletti, presidente della Cciaa Vg, Pierluigi Medeot, segretario generale della Cciaa Vg, Michelangelo Agrusti, presidente Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi, direttore generale Confindustria Alto Adriatico, Dario Bruni, presidente Confartigianato Trieste, Manlio Romanelli, vicepresidente Confcommercio Trieste, Fabrizio Zerbini, presidente ANTEP – Associazione nazionale Terminalisti Portuali di Trieste, Paolo Spada, presidente Associazione Agenti marittimi del Friuli Venezia Giulia, Guerrino Lanci, presidente Federalberghi Trieste, Federica Suban presidente FIPE Trieste, Maurizio Meletti presidente CNA FVG, Roberto Fabris direttore CNA FVG, Matteo Zorn, Segretario Generale CCdL – UIL di Trieste, Michele Piga, Segretario Generale NCCdL CGIL di Trieste, Michela Anastasio, CISL Trieste, Fabrizio Polojaz, consigliere URES, Andrej Šik, direttore, URES, Walter Gregori, Segretario Generale ASPT ASTRA FVG, Ivo Bozzato direttore Coldiretti Trieste, Gabriele Alessandro Querci, Associazione liberi armatori dell’Alto Adriatico.