A Trieste l’occupazione al 67,9%
24 Maggio 2019 | Di Venezia Giulia Economica |
CENTRO STUDI E STATISTICA
2018 con i valori più elevati rispetto ai dati disponibili dal 2004
Nel 2018 le forze di lavoro medie, aggregato che misura la popolazione “attiva” in età lavorativa (15-64 anni), in provincia di Trieste sono state stimate dall’Istat di 107.000 unità, 3.900 in più rispetto all’anno precedente. In particolare i maschi risultavano 57.100 (+2.100) e le femmine 49.900 (+1.800). Si tratta del valore più elevato toccato nelle serie storiche più recenti disponibili (dal 2004).
Le forze di lavoro risultano a loro volta composte da persone occupate e persone che cercano attivamente un’occupazione.
Gli occupati toccavano nel 2018 una media di 99.100 unità (+2.200 sul 2017) dei quali 53.200 maschi (+1.700) e 45.900 femmine (+600). Anche in questo caso si tratta del livello più elevato degli ultimi anni, superiore anche agli anni pre-crisi: nel 2007 gli occupati complessivi erano infatti 97.300. Gli occupati svolgono per la gran parte un lavoro alle dipendenze (82%). L’analisi quantitativa, naturalmente, copre solo un aspetto del fenomeno occupazionale: ulteriori valutazioni andrebbero fatte considerando aspetti qualitativi quali la tipologia di contratto (a tempo indeterminato o determinato), l’orario di lavoro (tempo pieno o parziale), il livello della retribuzione, ecc.
Il tasso di occupazione, ovvero il rapporto tra occupati e popolazione, ha toccato il ragguardevole livello del 67,9%, anch’esso un punto di picco negli ultimi anni, da confrontare con il 66,3% regionale e il 58,5% nazionale. Il raffronto alla popolazione implica naturalmente che il tasso risulta influenzato non solo dalle dinamiche occupazionali, ma anche dall’andamento dalle caratteristiche demografiche del territorio (quali struttura per età della popolazione e flussi migratori netti).
L’altra faccia della medaglia riguarda le persone in cerca di occupazione. Nella provincia triestina a fine 2018 i disoccupati assommavano a 7.900 persone (pressoché equamente suddivise tra maschi e femmine), con una variazione annuale di 1.700. Si tratta di un dato storicamente ancora elevato ma pur sempre inferiore ai massimi registrati nel 2015 e 2016.
Il tasso di disoccupazione, ovvero il rapporto tra persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro, era al 7,3% rispetto al 6,0 precedente. I termini di confronto in questo caso sono il 6,7% regionale e il 10,6% nazionale e bisogna sempre tener conto di un tasso di disoccupazione c.d. frizionale sotto il quale comunque sarebbe molto difficile scendere.
La considerazione congiunta degli andamenti dei tassi di occupazione e di disoccupazione, entrambi in aumento, porta a una visione incoraggiante sulla situazione del mercato del lavoro. I dati potrebbero essere infatti attribuibili a un flusso di persone inattive, precedentemente scoraggiate, tra le persone in cerca di occupazione: di fatto l’aumento dell’occupazione descritto puntualmente dalle statistiche può spingere persone in precedenza esterne al mercato del lavoro a proporsi in esso.
In proposito è interessante citare anche il più recente bollettino Excelsior di Unioncamere che per la provincia di Trieste prevede, nel mese di maggio, 1.910 entrate complessive (5.520 fino a luglio), con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato nel 18% dei casi, con una assoluta prevalenza (80%) nel settore dei servizi.
Dati ottimistici provengono anche dal sistema imprenditoriale triestino: a fine 2018 le unità locali registrate sul territorio sfioravano le 21.000 unità e di esse 18.507 risultavano attive, con una variazione annuale di +55 comunque confortante dopo anni di saldi negativi.
Roberto Zavan